Da pochi giorni ha preso il via il REI, il Reddito di Inclusione, un provvedimento attraverso il quale il Governo intende agire contro la grave povertà che affligge il nostro Paese. Sono già tante le domande presentate e ancora di più sono le richieste di informazioni relative a questo provvedimento da parte delle famiglie italiane. Il REI al momento attuale prevede una serie di requisiti familiari per ottenere l’accesso, in particolare è pensato per famiglie in cui sia presente un disoccupato senza indennità di età superiore a 55 anni o altre a questo un minore e eventualmente un coniuge senza reddito.

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Parliamo, evidentemente si situazioni di grave povertà in cui la tutela del minore eventualmente presente ha la priorità. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Poletti ha rivelato che grazie a modifiche alla Legge di Bilancio 2018 attualmente in discussione in Parlamento, a partire da luglio del 2018 si potrà estendere il REI anche ad altre situazioni, sganciandolo dai requisiti familiari. Il REI diventa una misura strutturale che avrà finanziamenti crescenti nei prossimi anni ampliando sempre più la platea dei beneficiari.

La povertà si esplica in molti modi: molte famiglie non riescono nemmeno ad avere il cibo necessario, altre riescono in questo ma non hanno nemmeno un tetto sopra alla testa e così via: il REI non può risolvere le situazioni di povertà e in quest’ottica lo stesso Ministro Poletti sostiene che occorre fare molti sforzi in più, c’è molto da fare per affrontare il grave problema della povertà di tante, troppe famiglie italiane ma c’è l’impegno a lavorare in questo senso.

Intanto il REI che oggi si rivolge ad una platea di circa 1,8 milioni di persone, con l’espansione prevista, da luglio potrebbe rivolgersi a oltre 700 mila famiglie. I minori che oggi possono usufruire del REI sono già oltre 700 mila.

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