Giovani che creano lavoro, incontro a Roma tra innovazione e dimostrazioni pratiche

Il lavoro agile, noto anche come smart working, nel 2017 in Europa ha fatto registrare una netta crescita in forza ad una crescente diffusione tra le aziende che è stata alimentata dalla soddisfazione dei dipendenti e da un incremento significativo della produttività.

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Smart working in crescita con il Jobs act degli autonomi

Anche in Italia il lavoro agile è sempre più diffuso tra le aziende grazie al cosiddetto Jobs act degli autonomi che, riporta Repubblica.it, ha garantito quel cambio di passo a livello normativo che ha agevolato e che ha cristallizzato lo smart working in termini di flessibilità del lavoro subordinato per quel che riguarda i tempi ed i luoghi di esecuzione delle mansioni.

A livello normativo i primi Paesi che in Europa hanno codificato il fenomeno dello smart working sono stati l’Olanda ed il Regno Unito, ma i veri pionieri del lavoro agile, sebbene in assenza di un quadro normativo chiaro e definito, sono stati la Francia ed il Belgio in accordo con una ricerca a cura del Politecnico di Milano.

Lavoro agile contenuto nella Legge numero 81/2017

In accordo con quanto riporta il sito Internet del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in Italia la definizione di smart working è contenuta nella Legge numero 81/2017 nel disciplinare, tenendo conto della volontarietà delle parti di sottoscrivere un accordo, la flessibilità organizzativa che può prevedere l’uso di strumentazioni per il lavoro da remoto, ovverosia i computer portatili, gli smartphone ed i tablet.

Le aziende che sottoscrivono gli accordi individuali di smart working devono darne comunicazione in via telematica attraverso una piattaforma informatica ad hoc che viene messa a disposizione proprio dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sul portale dei servizi.

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Di Annalisa Ruzzo

Sono Annalisa Ruzzo, una web editor con esperienza in categorie come economia, tecnologia e salute.