Il mondo del lavoro ha sempre più la necessità di avere personale che sappia da subito o quasi dare ampio rendimento nell’attività lavorativa. Sono molto lontani i tempi in cui un giovane veniva assunto, formato in azienda per arrivare a rendere il massimo dopo anche un anno o più.

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Oggi le aziende non possono permettersi di assumere un giovane appena uscito dalla scuola anche con una buona preparazione nozionistica ma che deve capire prima quello che deve fare, poi come farlo e imparare a mettere in pratica tutto questo per dare un rendimento minimamente accettabile: in tutto questo rappresenta un costo passivo per l’azienda e non si può accettare.

Per questo le aziende chiedono per l’assunzione un’esperienza lavorativa ma come è realizzabile questa se i giovani escono freschi dalla scuola, perfettamente in grado di risolvere equazioni, problemi di geometria analitica, ben edotti sulla storia e sulle poesie e letteratura ma non sanno da che parte iniziare un lavoro. Pienamente d’accordo sulla cultura e sapienza su molti argomenti, per carità, non si sa mai abbastanza ma la Scuola deve preparare i giovani al meglio rispetto all’inserimento lavorativo per dare alle aziende il modo di assumerli senza caricarsi di costi passivi.

Per troppo tempo c’è stato uno scollamento tra realtà lavorative e formative, vanno sulla giusta strada le scuole che realizzano progetti di alternanza Scuola/lavoro per integrare la pratica con la conoscenza teorica e queste esperienze sono sempre più diffuse. C’è da augurarsi che diventino un obbligo, non solo l’iniziativa intelligente e di buon senso di tanti dirigenti scolastici e degli insegnanti.

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