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Musica in streaming, pirateria ancora diffusa nonostante Spotify

Musica in streaming, pirateria ancora diffusa nonostante Spotify

Nonostante con app per iOS e sistema operativo Android come Spotify sia possibile ascoltare la musica preferita in streaming online senza spendere un euro, nel mondo la pirateria musicale è ancora in realtà ampiamente diffusa. Questo è quanto è emerso, tra l’altro, da un rapporto della International Federation of the Phonographic Industry da cui è anche emerso come il fenomeno della pirateria musicale vada addirittura a coinvolgere il 38% degli utilizzatori in accordo con quanto è stato riportato dall’Agenzia di Stampa Ansa.it.

Ecco come viene violato il copyright sui brani musicali

Nel violare il copyright, chi ascolta la musica attraverso la pirateria scarica le canzoni da Internet, utilizzando i motori di ricerca, ma anche con il vecchio sistema del peer to peer. Ma c’è anche chi utilizza il cosiddetto stream-ripping, ovverosia l’estrazione e la registrazione delle canzoni scelte attraverso i video come quelli che sono presenti sul portale di Google YouTube.

Dal rapporto della International Federation of the Phonographic Industry è inoltre emerso che, da parte di chi fruisce di musica con mezzi illegali, la motivazione data riguarda il ‘poter ascoltare le canzoni offline senza pagare i servizi premium’.

In Italia spopola l’ascolto di musica attraverso le radio, più dello streaming audio e video

Chi ascolta musica lo fa in media per quasi 18 ore ogni settimana, e nell’86% dei casi l’accesso ai brani avviene attraverso servizi di streaming audio e video. Questa percentuale, pur tuttavia, è decisamente più bassa in Italia in quanto si attesta al 53%. E questo anche perché nel nostro Paese va ancora molto di moda ascoltare la musica attraverso le radio.

Luca Di Pasquale:
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