Che il mondo del gioco d’azzardo pubblico sia un mondo in cui lo Stato faccia fatica a trovare il “suo posto”, ormai sta diventando un dato di fatto. Sembra, d’altra parte, che questo settore e quello dei casino online, faccia uscire la parte “peggiore” del nostro Esecutivo, e cioè quella che pensa solo ed esclusivamente ad un tornaconto economico, viste le risorse che i giochi hanno saputo portare (senza reazione alcuna) al caro Erario che, in questi anni, è stato “foraggiato” abbondantemente e senza “tante remore moralistiche”.
Infatti anche ora, con la prospettiva della manovra-bis, il Governo sembra essere sempre più concentrato sull’aspetto economico, nonostante in questi ultimi mesi abbia ricavato dall’aumento recente del Preu dal 13 al 17,5% sulle famigerate macchinette, almeno 1,23 miliardi in più: e non ha fatto proprio nulla per attivare strategie di prevenzione e di cura per le persone sensibili coinvolte nell’abuso del gioco.
In questo momento, dove l’Esecutivo avrebbe dovuto “far uscire” dalla Conferenza Unificata tra Stato Regioni ed Enti Locali un accordo finalmente per riordinare il gioco, non è riuscito ad “accontentare tutti”, scontentando ogni parte partecipante ed arrivando ad un “glorioso nulla di fatto” che lascia alle Regioni, ancora, il potere di “vita e di morte” sulle attività ludiche che non riescono più a lavorare né con serenità, né con sicurezza, e che si trovano sul loro percorso solo incertezza per il prossimo futuro.
Da più parti politiche erano arrivati suggerimenti diversi al nuovo Esecutivo che avrebbero almeno potuto essere presi in considerazione, sopratutto la formula anti-concentrazione del gioco: dal tabaccaio solo lotterie istantanee, nelle sale dedicate solo Vlt, nelle sale bingo solo il gioco del bingo, nelle agenzie delle scommesse solo scommesse, nei bar e nei tabaccai, oppure nei circoli ricreativi, solo le macchinette, i flipper ed i calciobalilla. Questo, per rendere più difficile l’accesso a più giochi concentrati in una unica location, costringendo il giocatore a recarsi in più punti per avere “un gioco a 360°” ed, automaticamente, fornendo così una sorta di deterrente.
Anche sulla pubblicità sono arrivati suggerimenti, a cominciare dal divieto dei cartelloni pubblicitari delle sale con Vlt sparsi per la città, al divieto degli spot durante le partite di calcio e sulla pubblicità sul web e sui social. Anche qui non è stato prestato ascolto ed, oggi, ci si trova ancora con pubblicità cartellonistica ovunque, senza parlare delle TV e della carta stampata.
Vi è stata anche una protesta sostenuta contro i mini-casinò ed i casino online con bonus prospettati dal Governo in cui ci si troverebbe in una specie di supermarket del gioco dove tutto è accessibile a tutti, persino in spazi comprensivi di ludoteca per i piccoli, ristoranti e parchi gioco: inutile dire che anche questo argomento non ha ottenuto ascolto. Nessuna risposta a tutti questi suggerimenti, soltanto una proposta in Conferenza Unificata che, evidentemente, non ha sortito alcun esito se dopo un anno circa di trattative si è ancora “nel campo delle sette pertiche”!
Insomma, il mondo del gioco pubblico rischia di essere veramente una sorta di enorme buco nero in cui l’Esecutivo è andato ad intrufolarsi e da dove non riesce (o non vuole) uscire, e questo porterà a danni irreversibili per la nostra economia nazionale con chiusura di imprese, perdita di posti di lavoro, danno di immagine per i nostri rapporti con l’estero: un buco nero assai pericoloso se non si presta attenzione a “dove si metteranno i piedi”.