Il tema del “risparmio” è particolarmente a cuore ai cittadini italiani. Un dato, meglio di altri, è la testimonianza evidente di quanto appena scritto: l’Italia è il paese europeo con il più alto tasso di risparmio privato. I cittadini del “Belpaese”, quindi, si sono storicamente contraddistinti per un atteggiamento più da formica che da cicala, viziati, per lungo tempo, dai rendimenti offerti dai titoli di stato italiani, BTP in primis.
Una situazione, quest’ultima, che è andata via via scemando nel tempo, a tal punto che oggi, complice anche la politica monetaria attuata dalla Banca Centrale Europea, i rendimenti offerti sono infimi. Ed i risparmiatori, di conseguenza, si sono rivolti alla sottoscrizione di altri asset finanziari. Lo scopo, del tutto evidente, è stato quello di trovare il rendimento che obbligazioni bancarie e titoli di stato non erano più in grado di fornire.
Evitare gli asset non regolamentati dalle autorità finanziarie
E in molti casi, questo extra-rendimento è stato effettivamente colto, talvolta, però, sottovalutando l’effettiva rischiosità di un titolo. Saper dove investire al giorno d’oggi richiede una conoscenza discreta o perlomeno sufficiente del mondo finanziario, onde evitare di finire intrappolati in qualche asset fittizio o con tutele pressoché nulle. Di esempi, in tal senso, se ne potrebbero citare svariati, specialmente in alcuni settori diventati estremamente attraenti negli ultimi anni.
Investire in criptovalute, ad esempio, non offre alcun tipo di tutela. Un concetto dal quale non si può transigere se si decide di investire in questo asset, che è cresciuto esponenzialmente in una fase storica, come quella dell’ultimo decennio, in cui le politiche monetarie delle banche centrali – estremamente accomodanti per sostenere banche e imprese nel difficile cammino d’uscita dalla grande crisi finanziaria del 2008 – hanno iniettato una valanga di liquidità nei mercati che potrebbero aver alimentato delle bolle in asset privi di qualsivoglia regolamentazione.
Il problema principale delle criptovalute, infatti, è proprio quello: non esiste alcun organo di vigilanza o banca centrale che le possa governare. Per chi ama speculare ed accetta di rischiare l’intero capitale investito, accettando l’opzione di restare col cerino in mano senza poter chiedere alcun tipo di risarcimento, questo aspetto potrebbe risultare, paradossalmente, estremamente interessante, data la fortissima volatilità alle quali sono esposte.
In altre parole, nel mondo crypto non esiste alcun tipo di tutela. Meglio rivolgersi, quindi, a quegli strumenti finanziari regolamentati, dove esistono organi di vigilanza e sistemi tali da poter permettere all’investitore di disporre della massima chiarezza e consapevolezza quando investe nei mercati finanziari. In altre parole, sicuri. Sicurezza, in ambito finanziario, non equivale giocoforza alla garanzia totale del capitale, soprattutto in questa fase storica.
Optare per soluzione diversificate in un contesto di sicurezza normativa
I rendimenti delle obbligazioni a breve termine, infatti, sono negativi e non consentono di ottenere guadagni. Discorso diverso, invece, per quelle a lungo termine, che, qualora venissero detenute fino a scadenza, offrono un rendimento certo e un flusso cedolare costante. Queste ultime, però, sono esposte al rischio di subire perdite nel caso in cui, per qualsivoglia tipologia di necessità, fossero disinvestite anticipatamente.
Un rischio ancor più elevato nell’attuale contesto, con le banche centrali pronte ad aumentare i tassi per contenere l’inflazione. Occorre, quindi, investire anche in strumenti finanziari come i fondi comuni d’investimento, che per loro natura sono estremamente diversificati e, soprattutto, autorizzati ad operare sul mercato finanziario, in grado di gestire con maggior efficacia l’attuale volatilità presente sui mercati.
Vanno scelti, ovviamente, affidandosi al consulto di qualche specialista finanziario, che sappia indicare qual è la miglior soluzione possibile tenendo ben presente quali siano i reali obiettivi di investimento del risparmiatore, che passano dal rendimento da voler ottenere in un arco temporale predefinito ed i rischi che si è disposto ad assumere per vederli realizzati.
In alternativa ai fondi comuni, che inglobano tutti gli asset regolamentati dal mercato, si possono sottoscrivere anche gli ETF, fondi che replicano passivamente l’andamento di un determinato indice obbligazionario, azionario o legato al mondo delle materie prime.