Ogni cosa al mondo può essere descritta attraverso i dati. Se si considera che qualsiasi oggetto informatico è formato da una sequenza di numeri, si avrà l’immagine di una vastità di 0 e 1 che popolano il globo, descrivendo tutto. Fino a qui si parla di dati strutturati, facilmente leggibili ed elaborabili. Poi esiste un’altra enorme mole di dati semi e non strutturati – tra cui le immagini, gli audio e i video – che sono più difficilmente interpretabili e necessitano di algoritmi di machine learning per essere analizzati.
Cosa sono i big data e perché usarli
Ma cosa sono i Big Data, esattamente? Si tratta della terminologia più breve (e in voga) per riferirsi a un insieme massivo di materiale informativo che rappresenta sempre più un patrimonio per le aziende, solitamente facendo riferimento a milioni di dati.
I dati sono memoria storica in formato – tutto sommato – leggero e trasferibile, possono raccontare dettagli molto importanti di qualcosa nello specifico oppure possono essere aggregati, spiegando trend in grado di guidare le decisioni strategiche. Per un’azienda tale conoscenza si traduce in un forte vantaggio competitivo.
Perché molte aziende scelgono il big data cloud service
Trattandosi di grandi moli di dati grezzi, occorre il modo per analizzarli, conservarli e proteggerli da abusi e furti, tra cui i data breach. Per fare questo, esistono piattaforme cloud con servizi di analisi dati, come quella fornita dall’azienda Doxee.com, che offrono servizi strutturati per le varie funzioni aziendali, dal marketing all’amministrazione.
La scelta della modalità “cloud vs on premise” è prevalentemente legata alla capacità aziendale di proteggere i propri dati, restando compliant con le normative vigenti in materia di privacy, oltre che di effettiva accessibilità da remoto, necessità esplosa con la diffusione del remote working. La modalità di fruizione in cloud bypassa questi e altri ostacoli, rendendo più semplice e sicuro lavorare con i big data, per tutti i settori.
Nel mondo del marketing, i dati sono una preziosa fonte di informazioni per conoscere i propri clienti, gli aspetti sociodemografici e comportamentali, e intercettarne i bisogni organizzando una offerta mirata e personalizzata. Ossia, l’esatto contrario rispetto a “sparare nel mucchio”. Ma i big data sono usati in tanti altri settori che progressivamente si stanno digitalizzando: dalla produzione all’amministrazione, con un occhio di riguardo alla digital governance.
Conclusioni: cloud computing e big data come binomio vincente
Nel percorso di digital transformation delle aziende italiane, sempre più attenzione è stata posta alle tematiche di cloud computing e big data, scegliendo stack tecnologici capaci di trattare i dati attraverso l’implementazione di sistemi in cloud. Questo è un passo avanti per tutte le funzioni aziendali: l’uso dei big data rappresenta un vantaggio competitivo in termini di scelte strategiche, mentre la modalità di erogazione in cloud si traduce nella maggior capacità di protezione della privacy, quindi cybersecurity, accompagnata da un efficientamento tecnologico dal punto di vista delle prestazioni di velocità e accessibilità. Il tutto accompagnato dall’ottimizzazione economica degli investimenti, grazie alla forte scalabilità del cloud computing, anche su moli di dati progressive.