Pane fresco, ora è più facile riconoscerlo con etichetta trasparente

Dal prossimo mese di settembre del 2018, su scala globale, potrebbero esserci rincari sui prezzi al dettaglio non solo della pasta, ma anche del pane a causa di possibili impennate delle quotazioni del grano.

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Previsto calo della produzione in molti Paesi del mondo

A rivelarlo, in accordo con quanto è stato riportato da IlMessaggero.it, è stato il Wall Street Journal citando un mix di fattori meteo avversi tra un inverno che è stato molto freddo, ed un’estate bollente.

Basti pensare che si stima un calo della produzione del grano non solo nell’Unione Europea, ma anche in tanti altri Paesi del mondo a partire dalla Russia e passando per la Turchia, gli Stati Uniti, il Pakistan, il Canada, l’Australia e l’Ucraina.

Scarsità di grano, le leggi dell’economia parlano chiaro

Il rischio di aumento dei prezzi del pane, di conseguenza, è strettamente legato ad una sensibile riduzione dell’offerta considerando il fatto che, i Paesi sopra indicati, sono anche i maggiori produttori di grano a livello mondiale. E quando l’offerta è scarsa le leggi dell’economia ci dicono che i prezzi all’ingrosso del grano si potrebbero impennare con conseguente trasferimento sui prezzi al dettaglio non solo della pasta e del pane, ma anche di tutti i prodotti trasformati.

In accordo con le recenti stime che sono state fornite dall’Organizzazione degli agricoltori della Coldiretti, la produzione di grano in Europa anno su anno dovrebbe calare del 10% a causa soprattutto del raccolto in Germania, in Francia e nei Paesi del Nord Europa. Il calo maggiore è atteso per il raccolto di grano tenero a fronte di una contrazione circoscritta nel Vecchio Continente a solo il 4% per il grano duro che è destinato alla produzione della pasta.

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