coffee shop

Hai il desiderio di aprire un coffee shop nella tua città dove consumare Cannabis legalmente?
L’apertura di un’attività del genere, però, è soggetta a varie normative.
Prima di tutto, spendiamo due parole per chiarire cos’è un coffee shop: a differenza di ciò che si pensa, è un locale autorizzato dallo Stato alla vendita e al consumo di quantità di cannabis moderate.
Questa tipologia di locale è nato nei Paesi Bassi per poi espandersi rapidamente, anche se è rimasta un’attrazione appannaggio olandese.
A loro imitazione, alcune idee imprenditoriali hanno visto lo sviluppo dell’idea di aprire un coffee shop in Italia dove servire prodotti alimentari a base di canapa, il tutto perfettamente legalizzato.
Anche se lontano anni luce dal concetto olandese di coffee shop, anche in Italia esistono locali simili dove fumare “marijuana legale”.
Ma è possibile aprire un coffee shop in Italia? Come lo si può fare?
Cerchiamo di rispondere a questi quesiti!

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Cosa potrebbe vendere un coffee shop in Italia

L’idea di coffee shop italiano è abbastanza relegata all’idea di un bar caffetteria in grado di vendere prodotti a base di canapa, ovvero tutti quelli derivanti dai semi che permettono la produzione di olio e farina di canapa.
Queste materie prime aprono la strada alla produzione di caffè, liquori, pasta, cioccolate, birre e così via.
Tuttavia, per poter parlare di consumo di fiori di cannabis bisogna tener presente le attuali normative che regolano il commercio: se la percentuale di THC è elevata, si parla di droga vera e propria e, di conseguenza, il suo consumo è illegale; d’altra parte, se nei fiori la concentrazione di THC è inferiore al 0,2%, si parla di Cannabis Light, detta anche cannabis legale, il quale consumo è possibile.
Tuttavia, l’uso di Cannabis Light non è del tutto soggetta a norme specifiche ed è utilizzabile per uso tecnico o come oggetto di ricerca.
Ci sono delle procedure specifiche da seguire nel caso si voglia aprire un coffee shop in Italia?

Aprire un coffee shop in Italia: quello che c’è da sapere

Su questo argomento sono molteplici le opinioni, quasi tutte permeate da un senso di confusione generale.
Vediamo di fare chiarezza: ad oggi, non esistono particolari permessi da richiedere per aprire un coffee shop in Italia.
Le procedure che portano all’apertura di un locale del genere sono pressoché uguali a quelle che si attuano per aprire una normale attività commerciale, ovvero trovare la sede del futuro negozio, scegliere la gamma di prodotti da vendere e avviare le manovre burocratiche, le quali dovrebbero essere guidate da un commercialista.
Alcuni dei primissimi step prevedono l’apertura di una Partita IVA, l’iscrizione al Registro delle Imprese, nonché a enti statali come l’INAIL e l’INPS.
Dato che le normative sulla vendita della Cannabis Light non sono ben stabilite ma sono in continuo evolversi, è consigliato affidarsi allo SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive), oltre che ad uno studio legale.
Anche la scelta del locale adatto dev’essere oculata e ben ponderata, in modo tale che possa garantire il rispetto delle norme di igiene, agibilità e di sicurezza, onde evitare problemi o disagi per ottenere l’autorizzazione all’apertura dell’attività.
Inoltre, oggetto di attenti esami e controlli devono essere le analisi sulla Cannabis Light che si va a mettere in commercio, le quali devono attestare bassi livelli di THC o perlomeno inferiori alle soglie determinate dalla legge, pena denunce o procedure penali.
Per quanto riguarda la riconoscibilità dell’attività, è necessario comunicare al Comune la volontà di aprire il negozio così da richiedere il permesso speciale per l’esposizione dell’insegna.
Con tutto questo in regola, cos’altro ci vuole per poter finalmente aprire il coffee shop?
Condizione necessaria è il completamento del corso SAB per la somministrazione degli alimenti, nonché la comunicazione certificata di inizio attività da consegnare entro 30 giorni dall’apertura.
Chiarite le procedure generali che consentono di aprire un coffee shop in Italia, ci si chiede: quali e quante sono le spese da sostenere per aprirlo?

I costi di apertura di un coffee shop in Italia

Se l’apertura di un ordinario negozio di canapa si assesta sui 20000€ circa, l’apertura di un coffee shop dotato di bar e/o caffetteria ha bisogno di spese maggiori, le quali sono necessarie per l’impianto di un bancone da bar che fa lievitare il costo, facendolo aggirare intorno ai 40000€.
Ovviamente, le dimensioni, i comfort e la location del coffee shop sono direttamente proporzionali al costo di apertura e di mantenimento: all’aumentare dei metri quadri e dei servizi di cui l’attività dispone cresce il costo finale, anche se le spese sostenute possono rientrare tramite profitti sostanziosi dato che questo settore è in rapida evoluzione e crescita.

Aprire un coffee shop in Italia vs aprire un coffee shop all’estero: le normative vigenti fuori dai confini italiani

Quali sono le normative che regolano l’apertura di un coffee shop all’estero?
Prendiamo il caso della patria di questo tipo di attività commerciale, l’Olanda: fino a poco tempo fa, all’interno dei coffee shop olandesi era possibile consumare altri tipi di droghe, cosa che è stata abrogata solo recentemente.
Nei coffee shop esteri sono in vendita anche alimenti o bevande che utilizzano estratti ricchi di cannabinoidi, come torte o birre, mentre sono assolutamente vietate le vendite di alcolici, per le quali è necessaria una speciale licenza.
Coloro che desiderano aprire un coffee shop all’estero devono tenere conto di particolari normative in fase di apertura dell’attività: una di queste riguarda la distanza che il locale deve avere dalle scuole, oppure normative che riguardano limiti da rispettare per la quantità massima di merce vendibile alla clientela.
Tutte queste limitazioni imposte hanno fatto sensibilmente calare il numero dei coffee shop, i quali, specie recentemente, sono stati sostituiti da smart shop, nome preso dalle smart drugs, ovvero sostanze stupefacenti legali: si tratta di punti vendita specializzati nel commercio di particolari sostanze di natura psicoattiva e artificiale.
Tutto questo che abbiamo descritto è totalmente illegale in Italia ma, come detto, con l’eccezione dell’uso della Cannabis Light.

In conclusione, il settore della vendita della Cannabis è in crescita: perciò, la nascita di attività commerciali appartenenti a quest’ambito possono imprimere una pressione tale da far avviare la legalizzazione dell’uso di questa sostanza, cambiando e al contempo innovando il commercio, nonché l’economia nazionale sempre più bisognosa di rialzarsi.

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Di Pamela

Blogger di tecnologia, viaggi ed economia. La mia passione per la scrittura mi ha permesso di intraprendere l'attività di gestione portali web che porto avanti dal 2010.